GITA DA ROMA A CIVITA DI BAGNOREGIO – ORVIETO
DALLE ORE 08.30 PARTENZA DA ROMA E RIENTRO PER LE 18.30 A ROMA
Sospeso su un fragile lembo di tufo, il suggestivo borgo di Civita di Bagnoregio, nel viterbese, è purtroppo segnato da un destino inesorabile. Il lento sgretolarsi della rupe su cui sorge e la continua erosione della valle che lo circonda ad opera degli agenti atmosferici, dei terremoti e di due torrentelli, minano l’esistenza del minuscolo borgo dove, come ha scritto il saggista Bonaventura Tecchi, “tutto quel che è rimasto – un ciuffo di case e di mura in rovina, nere sul tufo, erette come sul vuoto – respira ormai l’atmosfera della fine.” Civita di Bagnoregio, anche nota come ‘la città che muore’, è un luogo di struggente bellezza, unico nel suo genere. Unita alla terra ferma solo da uno stretto viadotto pedonale di 300 metri, la cittadina si erge come un isolotto di tufo in mezzo al mare dei calanchi, offrendo ai visitatori uno scenario di insolito incanto, quasi surreale. Testimonianze etrusche, vestigia romane, portali medioevali e fregi rinascimentali segnano l’antico volto di Balneum Regis (Bagno del Re) ‘dalla leggenda secondo cui la stazione termale presente nell’area fu utilizzata dal re longobardo Desiderio per curare una grave malattia’ divenuto poi Bagnorea, ed infine Bagnoregio. All’interno del borgo semi disabitato, si respira un’atmosfera tranquilla e rilassata. Passeggiando per le sue stradine superstiti ci si ritrova circondati dalle tipiche case medioevali con le scalette esterne (profferli) e i balconcini fioriti, non di rado occupate da botteghe artigiane, e da alcuni bei palazzi nobiliari, che emergono da un passato prestigioso, quando Civita era un libero comune, oltre che un’importante sede vescovile. Ad imporsi su quel che resta dell’antico abitato, il campanile romanico della chiesa di San Donato sull’omonima piazza, che si staglia, snello e slanciato, nel paesaggio modellato dalle forze della natura.
La città di Orvieto, in simbiosi con la rupe di tufo su cui è costruita, è un esempio eccezionale di integrazione tra natura e opera dell’uomo. In certi casi la testimonianza della consapevolezza di questo rapporto tra natura e architettura è manifestata esplicitamente, come nell’iscrizione apposta sul famoso pozzo di San Patrizio che recita quod natura munimento inviderat industria adiecit chiarendo appunto, che – Ciò che la natura aveva negato per la difesa – in questo caso l’acqua – lo aggiunse l’attività umana.
Visitare questa città è come attraversare la storia, perché vi si ritrovano, stratificate e concentrate, in uno spazio fisico precostituito, le tracce di ogni epoca per quasi tre millenni. La perfetta sintonia tra Orvieto e la rupe di tufo su cui nasce è un significativo esempio dell’armonica integrazione tra natura e azione umana. Questa spendida cittadina è la meta prediletta da chi ricerca un turismo di qualità: Orvieto offre ai suoi visitatori un ricco patrimonio storico, artistico, gastronomico ed ambientale.
La visita potrebbe partire dal Duomo per poi proseguire con la Rocca. Incamminandovi verso Corso Cavour, dopo una sosta in una delle antiche botteghe, arriverete in Piazza del Popolo dove dominano in tutto il loro splendore il Palazzo del Popolo ed i Palazzi Papali. Tra un monumento e l’altro, concedetevi una pausa in una delle caratteristiche trattorie per assaporare i prodotti tipici di questa terra.
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